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“Siamo giunti all’ultima lettura di una riforma costituzionale che sicuramente passerà alla storia come una riforma costituzionale priva di un senso, che non sia quello di sbandierare demagogicamente il taglio di un pezzo del Parlamento”, ha affermato Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa, durante la discussione generale sulla riforma. “Si rinuncia all’unico punto su cui tutta la riflessione costituzionale dei giuristi e tutti i tentativi che ci hanno preceduto fin qui si erano concentrati: la riforma del bicameralismo, della composizione e delle funzioni delle Camere, all’interno della quale affrontare anche la riduzione del numero dei parlamentari, rispetto alla quale io sono assolutamente favorevole, ma sono contrario se questa si traduce in una compressione della rappresentanza e del pluralismo”.Magi ha poi ripercorso e contestato le finalità e gli obiettivi che sin dall’inizio i proponenti della riforma hanno espresso. Il primo, “l’allineamento con gli standard degli altri Paesi europei, è un argomento a doppio taglio. Attualmente, il rapporto elettori ed eletto per il nostro Paese è un rapporto che ci colloca al di sotto della maggior parte dei Paesi dell’Unione europea. Con questa riforma noi avremmo il peggiore rapporto di rappresentanza”. In secondo luogo, “la questione dei costi: parliamo di 80-100 milioni di euro l’anno. Sono risorse pubbliche ben risparmiate o, invece, sarebbero ben spese assicurandosi una maggiore rappresentanza del pluralismo all’interno del Parlamento?”, continua Magi.  “L’ultimo degli argomenti – quello più inaccettabile perché denota una certa disonestà intellettuale – è quello dell’efficienza del Parlamento. Sulla base di quali evidenze e di quale esperienza sostenete che con un bicameralismo fatto di 400 deputati e 200 senatori ci sarebbe una maggiore efficienza del Parlamento? Io temo, piuttosto, che noi avremmo dei problemi e persino dei rallentamenti dei lavori. Voi sapete benissimo che oggi la crisi del Parlamento italiano non è una crisi dovuta al numero eccessivo di parlamentari”.Infine, sui correttivi, Magi afferma che “rischiano di essere delle toppe peggiori del buco. Nel momento in cui si va ad equiparare l’età dell’elettorato attivo e passivo di Camera e Senato e si va a togliere la ripartizione su base regionale del Senato, per provare a rincorrere gli effetti negativi di questa riforma, noi determineremo un bicameralismo “perfettissimo” con il quale sarà penalizzato ancora una volta il pluralismo: tanto valeva avere una Camera di 600 membri. Quello che stiamo votando è uno sfregio del Parlamento”. Roma, 7 ottobre 2019