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Il Procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi ha pronunciato oggi parole che dovrebbero suonare come monito prezioso per il Parlamento e per il Governo su molte questioni aperte. In merito alle scelte sulle politiche migratorie, nella sua relazione ha sottolineato che ‘è bene che sia valutato l’effetto criminogeno e di insicurezza che discende dalla mancanza di politiche razionali per l’ingresso legale nel Paese e per l’inserimento sociale pieno di coloro che vi si trovano’. Fare questa valutazione significherebbe superare la strumentalizzazione demagogica del fenomeno dell’immigrazione e iniziare a governarlo a partire dai dati di realtà; significherebbe quindi modificare l’attuale normativa prevedendo canali regolari d’ingresso in Italia per ricerca di lavoro e la regolarizzazione su base individuale a determinate condizioni. Di questo si discute da mesi in Commissione Affari Costituzionali, dove sono relatore della proposta di legge popolare frutto della campagna ‘Ero straniero’.

Due settimane fa il ministro Lamorgese, rispondendo a un mio question time, ha annunciato che è intenzione del Governo valutare un provvedimento straordinario di regolarizzazione di chi è già sul territorio italiano a fronte dell’immediata disponibilità di un contratto di lavoro, nel quadro della più generale revisione delle disposizioni che incidono sulle politiche migratorie e sulla condizione dello straniero. E’ arrivato il momento che la volontà politica, se c’è, si concretizzi